La terapia con cellule CAR-T (Chimeric Antigen Receptors) si basa sull’ingegnerizzazione delle cellule T del paziente mediante l’inserimento di un recettore transmembrana artificiale che riconosce antigeni specifici delle cellule B o delle plasmacellule. Questa terapia è molto efficace nel trattare le patologie ematologiche coinvolgenti le cellule B, come linfomi, leucemie e mieloma multiplo, ma dati recenti ne supportano l’utilizzo anche in patologie autoimmuni sistemiche o neurologiche. Tra le principali complicanze di questa terapia vi sono quelle neurologiche, nella forma dell’ICANS (Immune effector cell-associated neurotoxicity syndrome), caratterizzata da alterazione del linguaggio e della scrittura, crisi epilettiche, deficit di attenzione o alterazione dello stato di coscienza. In questo studio, gli autori analizzano i valori di neurofilamenti a catena leggera sierici (NfL) come marcatori di danno assonale e predittivi di sviluppo di complicanze neurologiche nei pazienti con CAR-T. In particolare, analizzano 150 pazienti, dei quali 42 avevano sviluppato ICANS e dimostrano che valori aumentati di NfL riscontrati al momento dell’inizio della terapia possono predire il rischio di sviluppare ICANS severa. Gli autori propongono pertanto di includere il testare i valori di NfL nei pazienti che verranno sottoposti a terapia con CAR-T per prevedere e trattare prontamente le complicanze neurologiche.
Bibliografia