Lo studio delle catene leggere libere (FLC) è diventato un’area di enorme interesse per molti clinici con l’obiettivo di rivelare l’esatto ruolo biologico e il potenziale utilizzo delle FLC nella routine clinica. Inoltre, l’attenzione prestata alle funzioni immunologiche delle FLC ha acceso una nuova luce sul loro contributo patogeno in diverse malattie infiammatorie croniche di origine autoimmune. Il rilascio di antigeni intracellulari in seguito alla morte cellulare o all’eliminazione inefficace dei detriti apoptotici, la modifica degli autoantigeni e il mimetismo molecolare possono innescare la produzione di immunoglobuline dopo l’attivazione e l’espansione policlonale delle cellule B, mediante le quali vengono rilasciate le FLC.
La scoperta delle FLC policlonali come potenziali biomarcatori è iniziata con l’osservazione delle loro maggiori concentrazioni in una varietà di fluidi biologici correlati a pazienti con malattie autoimmuni.
Questa recensione si occupa dell’uso di FLC policlonali per identificare la gravità e monitorare l’esito dopo il trattamento in alcune malattie autoimmuni, in particolare lupus eritematoso sistemico, miastenia grave, sclerosi sistemica, artrite reumatoide e sindrome di Sjögren, come supportato dal fatto che i livelli di FLC sono correlati con entrambi i marcatori di attivazione delle cellule B e altri marcatori specifici dell’attività della malattia.
In un prossimo futuro, sulla base delle prove mostrate, le FLC potrebbero probabilmente funzionare come marcatori prognostici precoci di gravità e anche come indicatori di risposta al trattamento o valutazione precoce della ricaduta in malattie autoimmuni selezionate.
Bibliografia